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IoE al di là di tutte le mie montagne, le mie colline, il mio mare, posso immergermi nell’orizzonte che mi aspetta e a cui tendo con tutta la mia vita. Dove potrei vederti Signore se non nel mio lago interiore? È qui che ti rispecchi tu, tu che sei l’infinito che abita nelle profondità del mio cuore.
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Agostino
Dovunque si rivolga fuori di te, l’anima dell’uomo è inchiodata al dolore, anche se si attacca a quanto di bello ci può essere fuori di te e di sé. Eppure le cose belle non esisterebbero se non provenissero da te... Non essere vuota, anima mia... Ascolta! È la Parola stessa che ti dice: Ritorna!
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Io in cerca d’autore
Lui è Dio, ed ha il potere di nasconderti le stelle lasciandoti vagare senza meta finché non ti decidi ad ascoltarlo. E’ un Dio pazzo! Sì, pazzamente innamorato della sua creatura. L’ha voluta per amore e nell’amore ha intessuto la sua storia. Ma l’amore si fonda sulla libertà cosicché Egli stesso può essere rifiutato e rinnegato dal proprio figlio. La mia libertà, il mio potere di dire sì o no, ci sto o non ci sto, quanto deve costarti, mio Dio! E’ il mio amore che vuoi, è me che vuoi non quel che so fare, non ciò che ho ma quello che sono. Così come sono… Come puoi desiderarlo? Ed io, come posso amarti se tu sei Dio? Da dove comincio, cosa devo fare, dove devo andare? Spingo questa barca che è la vita mia, e a forza di remare qualche volta ho l'impressione di non farcela più. Poi mi riprendo e mi ostino a cercare un approdo. Non posso amarti, lo capisci, vero? Non so chi sei, non so qual è il tuo volto, talora non so neanche perché ti ostini a cercarmi. E mi lasci così inquieto perché niente mi dà risposta. Che vuoi da me? Che devo fare per smettere di remare ed attraccare da qualche parte? A volte sembra che a muovere i fili della mia storia sia Qualcuno che non sa. Che non mi conosce. Non mi conosce e non pensa che ho paura. La solitudine che mi accompagna tutte le volte che devo decidere, il sentirmi fuori da qualcosa che so che mi appartiene ma che non posso contenere: questo inaridisce la mia linfa e sconvolge ogni mio desiderio. Poi, quando intuisco la meta, la paura di non arrivarci e il terrore della solitudine diventano insopportabili. Allora affondo i remi nell’acqua e scivolo all’indietro lentamente, come un ladro, per non farmi accorgere neanche da me stesso che sto battendo la ritirata. Tu, mio Dio, fai presto a dire: Non temere, ma io la paura ce l’ho, eccome! Paura di non riuscire, di sbagliare, di non aver capito bene. Paura di osare troppo e ho la tentazione di sottrarmi al tiro. Ma Tu, lo vedi questo Tommaso che non conosce la fiducia e crede solo a ciò che vede e tocca? Come puoi chiedermi tanto? Io, che ho bisogno di certezze, come faccio ad avventurarmi per una strada che neanche conosco, che mi appare estranea; ma soprattutto chi mi dà la certezza che questa è la strada da seguire per dare senso a tutta la mia vita? …
(A. R. Mazzocco, Il Cantico di Tommaso)
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Il ritorno di Ulisse | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Hai inteso che la felicità è nell'avere, nel possedere, nelle sicurezze di questo mondo, ma io ti dico che essa è nell’aver dato un senso alla tua vita avendone fatto un dono d'amore. Non uscire fuori di te, ritorna in te stesso. La Verità abita nell’uomo interiore e se troverai che la tua natura è mutevole, trascendi anche te stesso... perché ti ho fatto per Me e il tuo cuore è inquieto finché in Me non riposa.
Sant'Agostino
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Come il figlio che ritorna a casa | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Il figlio prodigo
Com’è difficile mio Dio lasciarsi amare da te! Eppure siamo assetati come deserti roventi, pronti a tutto per una stilla d’amore. Allora perché quando la rugiada cala nel nostro giardino scappiamo ovunque possiamo pur di non bagnarci? Cosicché l’unica acqua che resta a rinfrescarci le labbra è il sudore della nostra fronte.
Tanto fatichiamo a fuggire da te.
Così si sentiva il figlio prodigo giunto al termine del suo viaggio. Così mi sentivo io alla fine della mia fuga. Ma Tu sapevi del mio ritorno e già scrutavi l’orizzonte.
Nelle tue braccia altre gocce mi dissetarono: le tue lacrime di gioia per avermi ritrovato, confuse con le mie per essere finalmente tornato a casa.
(A. R. Mazzocco, Il Cantico di Tommaso)
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Eccomi di nuovo qua!
Sono pronta a raccontarvi la terza tappa del progetto SPV (Un Senso per la Vita), tenutasi dal 28 aprile al primo maggio!
Partita con un po’ di ansia per un’importante prova scolastica che mi attendeva subito dopo l’incontro, sono arrivata a Urbino e mi sono sentita subito a casa, circondata da facce note, che è bellissimo rivedere, e da altre nuove, che è bellissimo conoscere! Eravamo 15ragazzi, dai 18 anni in su, da tutta Italia, pronti a condividere le emozioni della nostra giovinezza, ma anche i prodotti tipici della cucina dei nostri paesi di provenienza!
Come le altre volte, è stata Rita a guidarci sempre più dentro noi stessi, cercando anche i segni della Sua presenza. Abbiamo parlato dell’ “io” e delle sue varie componenti, accompagnati dal Figliol prodigo e da Ulisse; chi meglio di loro, infatti, poteva aiutarci a “Tornare al centro” (titolo dell’incontro)?
Tuttavia, nel nostro percorso abbiamo anche incontrato delle “sirene” incantatrici, al cui canto abbiamo imparato un po’ a resistere. Uno dei mezzi più efficaci è la risata, stare bene insieme, e con le monache non è certo difficile divertirsi!!! Ma anche noi ragazzi ci siamo impegnati, soprattutto nella serata finale con lo spettacolo conclusivo e preparando delle gustosissime “strozzamonache”, un tipo di pasta che si può lavorare solo da mezzanotte in poi e in compagnia!
Abbiamo vissuto anche dei momenti intensi di preghiera, come la veglia; stavolta non ci è stato donato alcun simbolo, anzi, abbiamo dovuto restituire il piccolo tesoro trovato perché anche altri vi potessero giungere. Ancora una volta, lo Spirito Santo ci ha messo lo zampino: il prete che ha celebrato Messa per noi, ha azzeccato tutti i punti cruciali di ciò che stavamo studiando in quei giorni, pur conoscendo solo il titolo dell’incontro!
È stata un’esperienza stupenda, che a me personalmente ha ridato serenità in un momento di tensione. È stato un momento di consolidamento per le amicizie già strette e di apertura ai nuovi compagni di viaggio. Compagni come questi sono rari da incontrare, ognuno nella sua particolarità. Purtroppo non se ne aggiungeranno altri, perché l’ultima data è prevista solo per chi ha già avviato il cammino. Spero dunque che la testimonianza quotidiana di ognuno di noi possa aiutare altri, e che magari le monache decidano di continuare con i loro corsi!
Un grande abbraccio come sempre al mitico Giovanni e a sua moglie, alla fantastica Maria e alla scatenata Rita, e ovviamente a tutte le OSA!!!
Io non vedo l’ora di ritornare a fine agosto, sperando che la freddolosa Urbino sia accarezzata da un sole più caldo! Sennò, penseremo noi a riscaldare l’atmosfera!
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