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Se la vita ha un senso...


Il prossimo incontro


Crescendo verso il senso



 

 


          3 - 6  gennaio 2014

 

I migliori si alzano

presto al mattino!

 


 
 
     
 
 

 

 Il grande problema, era solito dire Zubiri, non è l'«essere o non essere» di Shakespeare, ma il «dover essere», dover scegliere ciò che uno deve arrivare a essere.

Perché «io sono qualcosa che non solo sarò, ma che sta nascendo da me stesso».

(E. Zubiri, Sobre el hombre)

 

 

Quando capii questa grande verità non ebbi più pace:

dovevo sapere ad ogni costo quello stava nascendo in me.

Sentivo che dovevo scuotermi da quel comodo torpore

che mi costringeva a vivere una vita senza senso, piatta e apparentemente inutile.

 Non mi bastava più, infatti, sognare quello che avrei fatto da grande,

dovevo capire dove la vita mi stava portando ora,

ma soprattutto qual era il compito che mi era stato assegnato in essa.

Ne andava di mezzo la mia felicità.

 

Qualcuno mi stava chiedendo:

 

E tu che storia sei venuto

a raccontare in questa vita?

 

Capii che per rispondere avrei dovuto

alzarmi presto al mattino!

 

 
 


 

Il mio giocattolo preferito
 
   

 

 


 

Io sono il viandante, e lo scopo ultimo del mio viaggiare è il viaggio stesso. Non sono però un vagabondo, non viaggio mai senza mete solo che quelle che mi prefiggo sono a corto raggio. Passo infatti di luogo in luogo e di esperienza in esperienza, avanzando di sapere in sapere ma senza avere mai un punto di riferimento stabile, che mi permetta di avere una direzione significativa.

 


 

 

 

 


 

 

Il cantastorie
 
 

 

 



La tua vita è un grande, meraviglioso romanzo.

Se sarai in grado di riconoscerlo e di raccontartelo

ti regalerà meraviglie che mai avresti immaginato,

conoscenze che ti arricchiranno, nuovi orizzonti

verso cui non hai mai levato lo sguardo,

significati che ti nutriranno di senso.

 


 

E quando poi con generosità deciderai

di donarlo ad un altro,

allora nascerà un bellissimo racconto d'amore

e il tuo romanzo diventerà un capitolo

della più grande e bella storia di tutti i tempi:

la storia della salvezza.

 



 

 
   

 

 
 


 
 
 
" Il colore del  grano "
 
     
 

 

Dalla penna di Antoine de Saint-Exupéry nasce nel 1943 il piccolo principe, personaggio che nel corso degli anni è stato capace di ridestare e interpellare il cuore di tanti lettori.

In viaggio per pianeti alla ricerca di amici, il piccolo principe sbarca anche sulla nostra Terra, dove incontrerà – tra gli altri – anche una saggia volpe.

‹‹ Vieni a giocare con me ››, le propose il piccolo principe.

‹‹ Non posso giocare con te ››, disse la volpe, ‹‹ non sono addomesticata ››.

‹‹ Che cosa vuol dire “addomesticare”? ››

‹‹ È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami”…››

‹‹ Creare dei legami? ››

‹‹ Certo ››, disse la volpe. ‹‹ Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo ››.

Il nostro Dio si è rivelato Trinità, Unico in Tre diverse Persone: Egli è quindi Amicizia nella sua forma più pura. Creati a immagine e somiglianza di questo Dio trinitario, necessitiamo ontologicamente di “creare dei legami” fondati sul vero amore; l’uomo non è veramente tale senza l’amicizia: siamo fatti così e tutti, consapevolmente o meno, la desideriamo. Riuscire ad amare i fratelli dello stesso amore che vige tra le tre Persone divine è una meta a dir poco altissima, ma anche il viaggio più lungo inizia da un primo passo.

 

Primo passo  Conoscermi Amarmi Possedermi

Dato che non si può donare quello che non si possiede, la prima persona da “addomesticare” sono proprio io e per farlo devo innanzitutto conoscermi nella verità. Molti credono di sapere già chi sono veramente, senza accorgersi invece di vivere come su un palcoscenico e di indossare maschere differenti a seconda del pubblico che gli sta dinanzi. Ma quando il sipario si chiude e gli scrosci dei ricercati applausi sono terminati, sentono solo vuoto e solitudine che cercheranno invano di colmare con la prossima esibizione. In questo modo tutti gli sforzi della persona si spendono nel vivere secondo i criteri che la società sibilmente impone con i suoi rigidi “vali se…”, e pochi si domandano quale sia il loro vero volto e quale la sua autentica realizzazione.

Di contro… che cosa ci attrae di Dio? Forse la profonda intuizione che Lui ci ama senza “se” e senza “ma”. Lui ama quel volto ignoto perfino a noi, vede e conosce i suoi angoli bui e le sue ferite e debolezze che spesso si vogliono cancellare o negare.

‹‹ Ecco il mio segreto ››, disse la volpe. ‹‹ È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi ››.

Per riuscire a conoscermi veramente non devo aver timore di vivere senza maschere, ma devo guardare la vita con gli occhi di un bambino, colmi di semplicità e fiducia: fiducia in me stesso, nella vita, negli altri e soprattutto in Dio e nel suo amore infinito di Padre. Solo così potrò …sentirmi amato per quello che sono veramente e non dovermelo sempre inventare ( Il Cantico di Tommaso, A. R. Mazzocco).

 

Secondo passo  Incontro all’altro

‹‹ Vedi, laggiù in fondo, quei campi di grano? ››, continuò la volpe. ‹‹ Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. E questo è triste! Ma tu hai i capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano ››.

Naturalmente conoscermi-amarmi-possedermi per donarmi è un cammino che durerà tutta la vita; ma ora che ho iniziato a guardarmi con gli occhi del cuore, sono pronto ad andare incontro all’altro. Per farlo dovrò innanzitutto cercare la lunghezza d’onda di colui con cui voglio creare un legame, trovando un linguaggio che sia il più comprensibile possibile: questa lingua comune permetterà di raccontarci l’uno all’altro. E per questo dobbiamo anche donare una cosa della quale ci sentiamo gli unici proprietari: il nostro tempo.

‹‹ È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante ››, affermò la volpe.

E in questa vicendevole narrazione di sé, fatta e ascoltata attraverso gli occhi del cuore, comprenderò sempre meglio la profondità e l’evoluzione della mia storia e quella dell’altro. Allora il legame inizierà a diventare amicizia, perché sarà LUCE che illumina i passi sul cammino. L’altro diviene così mio compagno di viaggio e ad unirci sarà qualcosa che si trova non solo tra noi, ma anche sopra e dinanzi a noi. Infatti i veri amici non sono quelli che si guardano negli occhi, ma quelli che guardano insieme verso un'unica direzione. E così, come ben spiega la volpe al piccolo principe, si diviene custodi l’uno dell’altro e responsabili per sempre di quello che si è addomesticato.

Nella schiera dei Santi due figure brillano particolarmente per il fortissimo legame che li univa in vita: san Basilio Magno e san Gregorio Nazianzeno. La Chiesa, celebrandoli insieme il 2 di gennaio, evidenzia fortemente il grandissimo tesoro che è l’amicizia.

Basilio e Gregorio, grandi uomini del loro tempo, non solo non si invidiavano, ma erano felici quando anche altri potevano riconoscere e stimare le profonde altezze spirituali dell’amico. San Gregorio addirittura affermerà: “Non ci si addebiti a presunzione se dico che eravamo l’uno dell’altro norma e regola per distinguere il bene dal male”.

Prima avevamo affermato che la meta dell’amicizia è l’Amore trinitario e questa ci sembrava irraggiungibile; questi due amici, persone come noi, ci hanno dimostrato che non è così: “Sembrava che avessimo un’unica anima in due corpi. Realmente l’uno era nell’altro e con l’altro”.

 

Terzo passo  Dono di sé 

E allora ci domandiamo: perché pochi arrivano a tali altezze se tutti desideriamo vivere in quell’Amore?

Il mondo che ci circonda afferma che noi non dobbiamo soffrire e che dobbiamo sfuggire ad ogni forma di dolore. Una bugia, questa, capace di rubarci la vera vita.

“Addomesticare” l’altro, infatti, fa soffrire; ed è per questa via che bisogna camminare per costruire i veri legami. Per potermi donare all’altro devo “trascendermi”, uscire fuori di me per andare altre me e… tutto questo non è assolutamente indolore. La via da percorrere è quella del mistero pasquale: la passione, morte e resurrezione di Cristo si incarnano concretamente nella nostra storia e ci donano la vera gioia. E quando la gustiamo comprendiamo che era quello che cercavamo durante le esibizioni sul palcoscenico, ed è di quella gioia che sono composte le fibre più profonde del nostro essere.

Questo legame di amicizia deve instaurarsi in ogni forma di amore, anche in quello nuziale. Se i coniugi non sono anche amici, non riusciranno certamente a vivere a pieno la vita matrimoniale: fondamentale infatti è raccontarsi l’uno all’altro, rispettandosi e accogliendosi sempre come dono nonostante le fragilità personali.

Questo cammino nell’amore deve essere quindi abbracciato in tutti gli stati di vita. Sant’Agostino, infatti, desiderava ardentemente che i suoi Monasteri vivessero profondamente questa spiritualità dell’amicizia. Indicava come modello di vita la prima Chiesa di Gerusalemme che viveva con un cuor solo ed un’anima sola protesa verso Dio. Desiderio che noi oggi, monache agostiniane, ci impegniamo a portare a compimento.

 

Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l’ora della partenza fu vicina:

‹‹ Ah! ›› disse la volpe, ‹‹ … piangerò ››.

‹‹ La colpa è tua ››, disse il piccolo principe, ‹‹ io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi… ››

‹‹ È vero ››, disse la volpe.

‹‹ Ma piangerai! ›› disse il piccolo principe.

‹‹ È certo ››, disse la volpe.

‹‹ Ma allora che ci guadagni? ››

‹‹ Ci guadagno ››, disse la volpe, ‹‹ il colore del grano ››.

 

 
     
     
 
 


 
 
       I migliori si alzano presto al mattino...    
   

 

per ascoltare il sole che sorge

affrontando poi

passo dopo passo

gli angoli dell'esistenza

senza chiedersi prima

se nasconde insidie.

 

   
   

I migliori

 

   
   

 

consumano tutte le suole

e spesso non hanno il tempo

per togliersi dalle scarpe la polvere

lo sguardo avanti verso i raduni

degli uomini avventurosi.

 

 

   
       

 

I migliori

 

   
       
   

 

 

 

 

quando si fermano

gustano paradisiaci momenti

perchè in fondo

la vita è sempre bella

quando è tutta spesa.

(G. Mollo)

   
       

 

 

 

   
         
    I migliori vi aspettano al prossimo incontro...    
         
   

 

   
 
 


 

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