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Se la vita ha un senso...


Il prossimo incontro


Crescendo verso il senso



 

 


          8 - 10  maggio 2015

 

OSARE...

la fede

 


 
 
     
 
 
Lasciare le radici per la luce delle stelle
 

 

È il dieci maggio e l’ultimo sole del pomeriggio accarezza obliquo le strette vie di Urbino, quando, dalle porte del Monastero di Santa Caterina d’Alessandria, iniziano ad uscire strani giovani pellegrini. Hanno valigie e zaini più o meno voluminosi da cui traboccano indistintamente quaderni o cellulari, chitarre e altri strumenti non meglio identificabili, ma li distingue un bastone, che sorregge un piccolo sacco, e un comune radioso sorriso nonostante gli occhi stanchi di chi ha vegliato.


Sono i ragazzi del “Senso Per la Vita” che periodicamente si incontrano per condividere gli entusiasmi e le fatiche di chi ha scelto di non navigare a vista nell’avventura della vita, ma di osare se stesso per assaporare davvero il gusto inconfondibile di un’esistenza piena.

Stanno tornando alle loro case dopo un finesettimana impegnativo ma arricchente, condotto dall’agrodolce voce di Rita e dalla spumeggiante vitalità di un gruppo di monache.

 

Sono stati giorni intensi di approfondimenti, di riflessioni condivise, di preghiera, ma anche di più o meno silenziose chiacchierate notturne, di non sempre intonati canti a squarciagola e di luculliani pasti, con conseguente rischio di pennichella postmeridiana nel bel mezzo della meditazione personale.

 

 

Il tema, osare la fede, anche questa volta li ha messi a dura prova, ma le parole che sono echeggiate durante gli incontri aprono al desiderio di andare oltre per abbracciare un’esperienza che coinvolge nell’interezza.

È questo che rende l’avventura nella fede davvero sorprendente, perché si impadronisce non solo della nostra parte razionale, ma, come dice A. Louf, «di tutto il nostro essere.

Ne usciamo rimpiccioliti e, per così dire, come sperduti. Piccoli nei confronti di noi stessi, degli altri e di Dio, eppure mai schiacciati, anzi, liberati ad opera di questa illimitata fiducia in Lui».


Nella fede non ci viene chiesto di superare la nostra umanità, (ne è testimonianza lo stesso Gesù che è vissuto nella storia), ma di

 

cambiare lo sguardo, sugli altri e su noi stessi.

 

 

Benché ciò risponda alle più alte aspirazioni dell’uomo,

perché permette di agire in modo autentico,

affrancandoci dai condizionamenti che spesso ci limitano e irrigidiscono,

questo salto può fare paura.


Anche
Abramo ha imparato a fidarsi un passo alla volta. Si è così staccato a poco a poco dalle sue sicurezze e ha accolto con un “” le richieste di Dio, perfino quelle apparentemente irragionevoli.

ma, abbandonando il buio in cui viveva, ha alzato lo sguardo alle stelle che Dio gli mostrava e ha conosciuto la lucentezza delle Sue promesse.

 


In questo cammino il Padre non lo ha mai abbandonato, gli ha conferito un compito arduo, ma rispondente ai suoi più alti desideri, scommettendo sulla sua piccolezza, come ogni giorno scommette su di noi e sulla nostra fragilità.
Questo è il modo di agire di Dio, un agire che richiede un cuore passivo, disposto a lasciarsi conquistare, ma soprattutto un cuore che accetti di osare e sappia dare risposte libere.
La strada sembra ardua, ma, proprio per l’altezza della sfida, può e deve essere tentata.

 

 

 

Ecco allora i giovani Abramo del “Senso Per la Vita” che con il loro bastone, abbandonata la zavorra delle false sicurezze e delle rassicuranti abitudini, tentano di fidarsi per trovare ciò che è il loro “abbastanza”, il centro e il senso della loro vita.

 

 

Inciampano e inciamperanno, le resistenze sono forti e superarle richiede una totale conversione, uno sguardo altro e una cura perseverante.
Talvolta si vorrebbe indugiare, tornare indietro o fermarsi un poco al riparo di qualche solida vecchia certezza, ma il desiderio è stato in loro instillato, li chiama con voce forte e loro si sono già messi in cammino.


 

 

Alessandra

 


 

 
 


 

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