Una
ventina di ragazzi provenienti dalla cima alla punta dello
Stivale, tra i 18 e i 35 anni, impegnati in una nuova
missione SPV: “L’amore che cresce”.
Ci siamo sentiti dire che ad amare si impara. Che amore è
dare ciò che non si ha.
Mission: impossibile?
...
forse un po’ meno dopo questo ultimo incontro.
Ci
siamo visti smontare qualche idea sballata, tipo che
l’innamoramento e l’amore non sono la stessa cosa, che la
vergogna può essere positiva quando è una sfumatura
dell’amore, che emozioni sentimenti e affetti sono realtà
differenti.
Certo
sono insegnamenti controcorrente rispetto alla società di
oggi, e ti costringono a rimetterti in gioco.
Però
è molto bello poterlo fare in gruppo, tra amici,
condividendo due giorni interi: pasti, lezioni, cantate e
schitarrate, momenti di preghiera, scenette sceme, camomille
notturne…
E’
bello poter parlare faccia a faccia di certi argomenti,
occhi negli occhi.
E
a proposito di occhi, ci è mai capitato di essere
guardati da uno sguardo di amore puro? Che ci abbia
fatto sentire amati solo per il fatto di esistere, belli
così come siamo? Durante l’incontro abbiamo dovuto
rispondere a questa domanda, e parlarne in coppia. E’
stato un’esperienza meravigliosa e fortissima.
Così
come la
veglia,
in
cui abbiamo conosciuto un po’ meglio Zaccheo, quello che
se ne stava sull’albero per vedere Gesù e invece è stato
Gesù a guardarlo, facendosi invitare pure a casa sua.
Perciò
abbiamo lasciato anche noi sull’altare della cappellina
le nostre chiavi,
per
dirGli:
“Vieni,
la mia vita è aperta a Te”.
Non
so se l’abbiamo fatto proprio convinti e coscienti, ma
per Lui nessuna
mission è "impossible", e poi
abbiamo
detto
che
amore è dare ciò che non si ha, giusto?
Magari
ci sorprenderà e anche a noi, come a Zaccheo,
dirà:
“Scendi in fretta!”
Stiamo in guardia, ragazzi!
Intanto,
affrettiamoci per il prossimo SPV, inizia il conto
alla rovescia!
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