Sia in te la radice dell’amore,
poiché da questa radice
non può procedere se non il bene
(Commento alla prima lettera di Giovanni 7,8)
Discorso 23
DISCORSO
PRONUNCIATO NELLA BASILICA DI FAUSTO
SUL VERSETTO DEL SALMO 72:
"TU MI HAI PRESO PER LA DESTRA"
LA VISIONE DI DIO
Più
rischioso insegnare che apprendere.
1.
Crediamo che il versetto che abbiamo cantato
al Signore ci sia stato posto innanzi per
parlarne. Di qui prenda inizio quindi il
nostro discorso rivolto a voi. E colui al
quale abbiamo detto: Tu mi hai
preso per la destra, nella tua volontà mi
hai condotto e mi accoglierai nella gloria 1,
conduca i vostri cuori ad una comprensione
più chiara, e ci aiuti tutti con la sua
misericordia e la sua grazia: me che parlo e
voi che dovete valutare [quanto dico].
Benché, per poter più agevolmente tirar
fuori la voce, vedete che ci troviamo in un
luogo più elevato, in realtà in questo luogo
più elevato [dove ci troviamo] voi ci
giudicate, e noi ci sentiamo giudicati.
Siamo chiamati dottori, ma in molte cose noi
cerchiamo chi ci possa insegnare né vogliamo
essere ritenuti maestri. Ciò è rischioso ed
è stato anche proibito dal Signore quando
disse: Non vogliate essere chiamati
maestri, uno solo è il vostro maestro, il
Cristo 2.
La condizione di maestro è rischiosa, mentre
la condizione di discepolo è sicura. Perciò
il salmo dice: Gioia e letizia mi farai
udire 3.
È più tranquillo l'ascoltatore che
l'oratore; perciò l'ascoltatore
tranquillo, gli sta vicino e l'ascolta, si
riempie di gioia alla voce dello sposo 4.
Chi
parla, anche se non erra, soffre perché teme
di errare.
2.
E poiché l'Apostolo, per la necessità di
dispensare [la parola di Dio], aveva assunto
la figura di dottore, osservate che cosa dice:
Con grande timore e tremore sono stato in
mezzo a voi 5.
È più prudente perciò, sia per noi che
parliamo sia per voi che ascoltate,
riconoscerci condiscepoli dell'unico Maestro.
È certamente più prudente ed è meglio che voi
ci ascoltiate non come vostri maestri ma come
vostri condiscepoli. Infatti ci ha messo una
certa ansietà il passo che dice: Fratelli,
non vogliate essere in molti a far da
maestri 6,
tutti infatti abbiamo mancato molte
volte 7.
Chi non trema, quando l'Apostolo dice: Tutti?
E continua: Se uno non manca nel
parlare, costui è un uomo perfetto 8.
Ma chi osa dire di essere perfetto? Chi sta e
ascolta 9,
non manca nel parlare 10.
Ma colui che parla, anche se - e ciò è
difficile - non mancasse, quanto soffre per il
timore di mancare? È necessario pertanto che
voi non solamente ascoltiate le parole che vi
diciamo ma anche che partecipiate al timore
che abbiamo nel parlarvi, affinché per ciò che
vi diciamo di vero - poiché ogni cosa vera
viene dalla Verità - lodiate non noi, ma lui;
dove invece in quanto uomini manchiamo,
preghiate lui per noi.
La
Scrittura rimane intatta anche se l'uomo è
corrotto.
3.
Le Scritture sono sante, sono veraci, sono
senza errori. Tutta la Scrittura è
ispirata da Dio e utile per insegnare, per
convincere, per la correzione, per la
formazione 11.
Non dobbiamo accusare pertanto la Scrittura
se, non avendola compresa, usciamo di strada
in qualche punto. Se la comprendiamo bene,
siamo retti. Se invece, per non averla
compresa, diventiamo tortuosi, ci allontaniamo
da lei, che rimane retta. Anche se noi siamo
corrotti, tuttavia non la corrompiamo, ma essa
rimane senza errori, perché possiamo ritornare
ad essa per correggerci. Veramente la stessa
Scrittura, per tenerci in allenamento, in
molti passi parla quasi in modo carnale mentre
la legge è sempre spirituale. La legge
infatti, come dice l'Apostolo, è
spirituale, io invece sono carnale 12.
Pur essendo essa spirituale, tuttavia spesso
cammina in maniera carnale insieme ai carnali.
Ma non vuole che questi rimangano carnali.
Così fa la madre: vuole nutrire il figlio, ma
non vuole che rimanga piccolo. Lo tiene
appoggiato sul petto, lo sorregge con le mani,
lo consola con carezze, lo nutre con il latte.
Fa' tutte queste cose per il bambino, ma
desidera che cresca, in modo da non essere
costretta a fargli sempre tali cose. Guardate
l'Apostolo. Possiamo molto a proposito portare
il suo esempio; egli che non ha disdegnato di
chiamarsi anche madre, dice: Mi sono fatto
piccolo in mezzo a voi, come una madre che
circonda d'affetto i suoi figli 13.
Ci sono delle nutrici che allevano bambini che
non sono figli propri; così ci sono delle
madri che affidano alle nutrici, e non li
allevano esse stesse, i figli propri.
L'Apostolo invece, con schietto e pieno
sentimento di amore, assume la figura di
nutrice dicendo che alleva, e insieme
quella della madre: i propri figli. Lo
stesso Apostolo, che qui si presenta come
nutrice e come madre, in un altro passo dice
quella frase che poco sopra ho ricordato: Con
grande timore e tremore sono stato in mezzo
a voi 14.
Ascoltatori
carnali e spirituali.
4.
Dirai: "Che razza di persone erano quei tali,
ché l'Apostolo quando si trovava in mezzo ad
essi provava molto timore e tremore?". Dice
l'Apostolo: Come a figli in Cristo vi
dovetti dare del latte a bere e non del cibo
solido, perché non lo potevate ricevere;
anzi, non lo potete ricevere neppure ora,
perché siete ancora carnali 15.
Quelli stessi che chiama carnali, li chiama
anche figli in Cristo; li biasima ma non li
abbandona. Insieme carnali e figli in Cristo.
Non vuole tuttavia che rimangano carnali
coloro che dice essere suoi figli in Cristo.
Desidera che siano spirituali, che possano
giudicare tutto senza essere giudicati da
nessuno. L'uomo naturale, dice egli
stesso, non percepisce le cose dello
Spirito di Dio; difatti per lui sono una
follia e non le può comprendere, perché
vanno giudicate secondo gl'insegnamenti
dello Spirito. L'uomo spirituale invece
giudica tutto e non è giudicato da nessuno 16.
Ugualmente l'Apostolo dice: Tra i perfetti
noi predichiamo la sapienza 17.
Perché parli se sei tra gente perfetta? Che
bisogno c'è che tu parli ad un uomo perfetto?
Ma guarda in che cosa è perfetto. Forse non lo
trovo perfetto nel conoscere, ma lo trovo
perfetto nell'ascoltare. C'è dunque anche chi
è perfetto nell'ascoltare, già capace di
comprendere, al quale il cibo solido non reca
alcun disturbo, non reca alcuna indigestione.
Chi è costui e lo loderemo? 18
Non dubito che ci siano anche alcuni
spirituali che comprendono bene e giudicano
bene. Io non mi preoccupo di costoro; infatti
o mi trova carnale e allora si mostra
misericordioso con me; o riesce a capire
quanto dico e allora si congratula con me.
Non
ingannare chi è ancora carnale.
5.
Ora riprendo le parole del salmo che da poco
abbiamo cantato: Mi hai preso per la mano
destra 19.
Ammetti che abbia ascoltato un uomo
carnale: che cosa penserà se non che Dio è
apparso in forma umana, ha preso al salmista
la mano destra, non la sinistra, lo ha
condotto al suo volere, lo ha portato dove ha
voluto? Se ha capito così, anzi se ha creduto
così, in realtà ha capito? Uno capisce se
capisce il vero. Chi pensa in maniera non vera
non capisce. Perciò se un uomo carnale ha
capito che la natura e la sostanza di Dio è
divisa in parti, determinata da una forma,
circoscritta da una quantità, che occupa un
luogo, come mi debbo comportare con costui? Se
gli dico: "Dio non è così" egli non capisce.
Se gli dico: "È così" egli capisce, ma io lo
inganno. Non posso dire: "È così" perché
mentirei; e non si tratta di una cosa
qualunque, ma del mio Dio, del mio
Salvatore 20
e Redentore 21,
della mia speranza, di colui verso il quale
protendo il mio desiderio. Non è da poco
mentire su tali cose. Errare in tali cose è
inopportuno e pericoloso; ma mentire in tali
cose è funesto e dannoso. Non chiunque
mentisce erra. Se infatti uno conosce il vero,
ma dice il falso, mentisce non erra; se invece
crede che è vero ciò che non è vero, erra; e
se dice ciò che crede sia vero, non mentisce,
ma tuttavia erra. Dio doni di non errare a chi
non vuole mentire.
Dio
abita nel tempio dell'anima.
6.
Se, come ho già detto quel nostro bambino
crede in un Dio di questo genere: che ha le
membra disposte nelle varie parti del suo
corpo, circoscritto dall'aspetto, determinato
da una forma, che occupa un luogo, che si
muove nello spazio, secondo quanto è detto: Dove
andrò lontano dal tuo spirito o dove fuggirò
dalla tua presenza? Se salgo al cielo, tu
sei là, se vado in fondo agli abissi, eccoti 22;
se Dio è presente in cielo, se è presente
sulla terra, se è presente nel fondo degli
abissi, che cosa farà ora quel bambino? Dia
ascolto, non cerchi, come [cercava] la
samaritana, i monti e i templi da cui elevarsi
verso Dio né a Gerusalemme né tra i monti
della Samaria 23.
Non corra verso un tempio materiale, non
cerchi un qualche tempio dal quale andare alla
presenza di Dio. Sia egli stesso il tempio e a
lui verrà Dio. Dio non disprezza questo
tempio, non lo rifugge, non lo disdegna, anzi
lo stima degno, purché non ne sia sdegnato.
Ascolta colui che promette, ascolta colui che
si degna promettendo e che non si sdegna
minacciando: Verremo -dice - a lui
io e il Padre 24.
A colui certamente che, come ha detto sopra,
lo ama, obbedisce ai suoi comandi, osserva la
sua legge, ama Dio, ama il prossimo. Verremo
-dice - a lui e rimarremo presso di
lui 25.
Non
temere la venuta del Signore in te.
7.
Non è angusto il cuore del credente per colui
per il quale fu angusto il tempio di Salomone.
Salomone stesso ebbe a fare quest'affermazione
mentre lo stava costruendo: Se il più
eccelso cielo non ti può contenere 26,
tuttavia santo è il tempio di Dio, che
siete voi 27.
Noi infatti, dice in un altro passo, siamo
il tempio del Dio vivo 28.
E come se gli si dicesse: "Come lo dimostri?",
soggiunge: Come è scritto: Abiterò in
mezzo ad essi 29.
Se un qualche importante personaggio ti
dicesse: "Abiterò presso di te", tu che cosa
faresti? Se la tua casa è molto piccola, senza
dubbio rimarresti sconcertato, addirittura ti
spaventeresti, desidereresti che la cosa non
avvenisse. Non vorresti infatti essere in
imbarazzo nell'accogliere quella persona
importante, per la cui venuta la tua misera
casa non sarebbe sufficiente. Non temere la
venuta del tuo Dio, non temere il desiderio
del tuo Dio. Non ti limita quando verrà; anzi
venendo ti dilaterà. Infatti, perché tu sappia
che ti dilaterà, ha promesso non solo la sua
venuta: Abiterò in mezzo ad essi, ma
[ha promesso] anche esplicitamente che ti
dilaterà, aggiungendo: E camminerò 30.
Se ami vedrai questa dilatazione. Il
timore porta con sé il castigo 31,
perciò porta le angustie; e per questo, al
contrario, l'amore porta la dilatazione.
Guarda la dilatazione della carità:
Poiché l'amore di Dio è stato diffuso
-dice - nei nostri cuori 32.
Abbiamo
ricevuto il pegno o caparra dello Spirito
Santo.
8.
Ma perché cercare di preparargli un luogo
spazioso? Che pensi a dilatarlo lui stesso che
viene ad abitarci. L'amore di Cristo
infatti è stato diffuso nei nostri cuori, non
da noi, ma tramite lo Spirito Santo che
ci è stato donato 33.
Se l'amore è stato diffuso nei nostri cuori e
Dio è amore 34,
ecco che già Dio passeggia in noi in
quanto ci ha dato un certo pegno, per quanto
piccolo esso sia. Infatti abbiamo ricevuto un
pegno. Che cosa è questo pegno? Di che cosa è
pegno? Veramente son più fedeli i codici che
riportano la parola "caparra" di quelli che
riportano "pegno". I traduttori vollero
intendere, è vero, la stessa cosa. C'è
tuttavia un po' di differenza, nel modo usuale
di parlare, tra caparra e pegno. Quando si dà
un pegno, siccome lo si dà proprio per avere
qualche altra cosa in vista della quale viene
dato il pegno, data la cosa, il pegno viene
portato via. Son sicuro che molti di voi hanno
già capito. Vi sto guardando infatti ed anche
dal parlare che fate tra di voi mi accorgo che
coloro che hanno già capito cercano di
spiegare la cosa a quelli che non hanno ancora
capito. Perciò ve ne parlerò un poco ancora
più chiaramente, perché tutti possiate capire.
Tu prendi, ad esempio, un libro da un tuo
amico; perché te lo presti, tu gli dài un
pegno. Quando gli riporti ciò che da lui hai
preso e per cui hai messo il pegno, lui riavrà
quanto gli restituisci, tu riprenderai
indietro il pegno. Non si tratterrà tutte e
due le cose.
Dio
darà la pienezza dei beni di cui ha dato la
caparra.
9.
Allora fratelli? Se ora Dio ci ha dato come
pegno l'amore attraverso il suo Spirito 35,
quando ci avrà dato tutta la realtà di cui ha
dato - ce ne ha dato il pegno proprio perché
ci ha promesso tutta la realtà - ci verrà
tolto il pegno? No certo, ma quanto ha già
dato lo completerà. Perciò bisogna chiamarla
piuttosto caparra che non pegno. A volte
invece capita - ad esempio - che ti occorra
del tempo per raccogliere il denaro con cui
pagare una cosa che hai acquistato con un
contratto fatto in buona fede. Allora tu
anticipi qualcosa del prezzo. Questo si chiama
caparra, non pegno; la dovrai completare, non
la riprenderai indietro. Ora dunque cerca di
comprendere. Se trovo uno che desidera una
cosa e ne ha una caparra, avendo la caparra
desidera il tutto. La consideri caparra: verrà
data interamente la cosa di cui è stata data
la caparra. Pensi ad essa, ne ragioni tra sé e
sé, la guardi, le chieda di quella pienezza
che non vede, per non desiderare,
[desiderando] la sua pienezza, qualche altra
cosa diversa da quella di cui ha ricevuto la
caparra. Se Dio darà l'oro, darà in pienezza
tutto l'oro, come ha dato una caparra di oro.
Devi temere di desiderare il piombo invece
dell'oro. Guarda perciò la caparra; e se posso
convincerti a dove devi guardare, ecco: Dio
è amore 36.
Irrorati
dalla rugiada, desideriamo la fonte.
10.
Di questo abbiamo già la caparra, da questo
siamo stati aspersi, da questo siamo stati
irrorati. Di che cosa è tale rugiada? quale è
la fonte? Irrorato da questa rugiada, ma
desideroso della fonte, di' al tuo Dio: Poiché
presso di te è la fonte della vita 37.
In questa rugiada ti è sorto il desiderio,
nella fonte sarai saziato. Lì si trova quanto
ci potrà appagare 38.
I figli degli uomini spereranno
all'ombra delle tue ali 39.
Perché desideriamo come molto importanti quei
benefici che Dio dona anche alle bestie? Si
tratta, certo, di suoi benefici: chi ne
dubita? Da chi viene la salute anche del più
piccolo essere vivente, se non da colui del
quale è stato detto: Dal Signore viene la
salvezza 40?.
Uomini
e figli di uomini.
11.
Ma aggiunge quello stesso salmo: Uomini e
bestie tu salvi, Signore; la tua
misericordia è molteplice, Dio 41.
Sei misericordioso, Dio, ed hai una
misericordia così molteplice, che si riversa
non soltanto sugli uomini, ma anche sulle
bestie. Ci sommergi di tanta misericordia, che
fai sorgere il tuo sole sui buoni e sui
cattivi e fai piovere sui giusti e sugli
ingiusti 42.
Allora i tuoi santi non ricevono da te nulla
di particolare? Non riceve niente di speciale
il pio che non riceva anche l'empio? Certo che
lo riceve! Ascolta il seguito del salmo. Aveva
già detto: Uomini e bestie tu salvi,
Signore; la tua misericordia è molteplice,
Dio; prosegue dicendo: I figli
degli uomini invece... E che? Coloro che
poco prima hai chiamato uomini non erano figli
degli uomini? Uomini - dice - e
bestie tu salvi, Signore;... i figli degli
uomini invece... Dunque? I figli
degli uomini spereranno all'ombra delle tue
ali 43.
Questa la differenza con le bestie. Perché
dunque la distinzione tra questi uomini e
quelli di prima? "Uomini" non ha lo stesso
significato di "figli degli uomini"?
Certamente "uomini" ha lo tesso significato di
"figli degli uomini". Perché allora questa
distinzione se non perché c'è un uomo che non
era figlio dell'uomo? Adamo è l'uomo non
figlio d'uomo, Cristo è uomo figlio d'uomo. Come
in Adamo tutti muoiono! così in Cristo tutti
saranno vivificati 44.
Cercano la salute insieme alle bestie coloro
che muoiono, e muoiono senza speranza di
vivere. Cercano la salute insieme ai figli
degli uomini coloro che muoiono perché non
potessero mai più morire. È stata chiarita
quella distinzione: quelli, poiché "uomini",
appartengono agli uomini; questi, in quanto
"figli degli uomini", appartengono al Figlio
dell'uomo.
E'
Dio la fonte della vita.
12.
Come prosegue il salmo? I figli degli
uomini invece spereranno all'ombra delle tue
ali 45.
Ecco: spero. Ecco la speranza. Ma la speranza
che si vede non è speranza 46.
I beni futuri promessi inebrieranno. Si
inebrieranno dell'abbondanza della tua casa 47.
Temo che l'uomo carnale, come poco sopra
cercava in Dio le membra del corpo, così
nell'ebrietà di cui si parla ora non pensi
all'appagamento di beni ineffabili, ma alla
crapula dei banchetti terreni. Tuttavia
continuiamo a parlare. Egli pensi a ciò che
può, se non riesce a pensare a cose più
elevate. Non si stacchi dal seno della madre,
mentre sta crescendo. Noi continuiamo; e
quanti possiamo, nella misura in cui possiamo,
assaporiamo le gioie spirituali. Si
inebrieranno - dice il salmo -
dell'abbondanza della tua casa e li farai
bere al torrente delle tue delizie 48.
Ma a quale vino, a quale mosto, a quale acqua,
a quale miele, a quale nettare? Cerchi a
quale? Poiché presso di te è la fonte
della vita 49.
Bevi, se puoi, la vita. Prepara la coscienza,
non la gola; l'anima, non il ventre. Se hai
ascoltato, se hai capito, se hai amato per
quanto hai potuto, già hai bevuto.
Ama
l'Amore.
13.
Osserva ciò che bevi. Hai bevuto l'amore.
Se lo conosci, Dio è amore 50.
Se pertanto hai bevuto l'amore, dimmi in
quale luogo l'hai bevuto. Se lo conosci, se
lo hai visto, se lo ami, come lo ami?
Qualunque cosa ami bene, l'ami con amore.
Ma come puoi amare qualcosa con amore, tu che
non ami l'Amore? Perciò se ami, come
ami? Viene a te, e lo conosci e lo ami. E
non si vede in un luogo né si cerca con gli
occhi del corpo, per amarlo più
intensamente. Né si ode per il parlare e
quando viene a te non si sente per il
camminare. Forse qualche volta hai sentito
le piante dei piedi dell'Amore che camminava
nel tuo cuore? Che cosa è allora? Di chi
è questa cosa che è già in te e non viene
afferrata da te? Così impara ad amare Dio.
Dio
può insieme essere visto e rimanere nascosto.
14.
Ma ha camminato nel paradiso 51,
è stato visto al querceto di Mambre 52,
ha parlato con Mosè sul monte Sinai a faccia a
faccia 53.
Che cosa dire? Colui che pure è stato visto in
un luogo, non si sente quando cammina. Vuoi
ascoltare anche Mosè perché, irrequieto
bambino, non mi infastidisca più, benché [io
sia] desideroso di nutrirti? Vuoi dunque
ascoltare anche Mosè? Certamente costui
parlava con Dio a faccia a faccia 54.
A chi diceva, se non a colui con cui stava
parlando: Se ho trovato grazia davanti a
te, mostrati a me 55?
Parla con lui a faccia a faccia, come uno
parla con il proprio amico 56
e gli dice: Se ho trovato grazia davanti a
te, mostrati a me apertamente 57.
Che cosa vedeva Mosè e che cosa desiderava? Se
non era Dio stesso, come mai Mosè gli dice: Mostrati
a me? Non possiamo dire che non era
proprio Dio. Se non era proprio lui, Mosè gli
avrebbe detto: "Mostrami Dio". Siccome dice:
Mostrati a me, manifesta chiaramente
che era proprio colui che voleva gli si
manifestasse. E parlava con lui faccia a
faccia, come uno parla con il proprio
amico 58.
Vuoi dunque sapere se comprendi pienamente
Dio? A Mosè appariva, ma occulto. Se non gli
fosse apparso non avrebbe potuto parlargli a
faccia a faccia dicendogli: Mostrati a me.
Se invece non fosse rimasto occulto, non
avrebbe chiesto di vederlo. Se dunque riesci a
capire, se riesci a comprendere, Dio può
insieme e essere visto e rimaner occulto,
essere visto in una qualche forma, rimanere
occulto nella natura.
Riconosci
il mistero in Dio.
15.
Se hai compreso questo, in proporzione con le
tue possibilità, guarda che non ti si insinui
l'idea che Dio, per farsi vedere in una
qualunque forma che voglia, debba modificare
in essa la sua natura. Dio è immutabile, Dio
non può modificarsi, non soltanto il Padre, ma
il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. In
principio era il Verbo e il Verbo era presso
Dio e il Verbo era Dio 59.
Lo stesso Verbo, Dio, è immutabile come Dio,
presso il quale è Dio. Non pensare nessuna
diminuzione presso alcuna delle tre Persone,
nessun cambiamento. Dio infatti è il padre dei
lumi, presso il quale non c'è cambiamento
né ombra di variazione 60.
"Se dunque - mi obietti - Dio è immutabile,
che cosa è quella forma nella quale si fece
vedere come volle e da chi volle, sia
camminando, sia facendo rumore o mostrandosi
anche agli stessi occhi del corpo?". Mi chiedi
che cosa sia ciò che permette a Dio di
rendersi presente, come se potessi già
spiegarti da che cosa abbia fatto il mondo, da
che cosa abbia fatto il cielo, da che cosa
abbia fatto la terra, da che cosa abbia fatto
te. "Questo lo so - mi rispondi - dal fango".
Sì, tu vieni dal fango. Ma da che cosa ha
fatto il fango? Rispondi: "Dalla terra". Ma,
credo, non da una terra che ha fatto un altro,
bensì da quella terra che ha fatto chi ha
fatto il cielo e la terra 61.
Da dove è venuta anche quella terra? Da dove
il cielo e la terra? "Disse e furono
fatti" 62.
Rispondi bene, ottimamente. Riconosci che disse
e furono fatti. Non cerco di più. Ma
alla stessa maniera che, quando tu dici: Disse
e furono fatti, io non cerco niente di
più, così neanche tu devi cercare di più
quando
dico: Volle e si fece vedere. Si fece vedere
come giudicava opportuno; rimase occulto per
quanto riguarda la sua sostanza.
Perché
figli, vedremo Dio come egli è.
16.
Il nostro sincero affetto, il nostro amore, il
desiderio di quel pegno ci faccia ardentemente
bramare quello che bramava anche Mosè, che
diceva a Dio, che pure vedeva: Mostrati a
me 63.
Se cercheremo questo saremo figli suoi.
Infatti siamo figli di Dio, ma non è stato
ancora manifestato quello che saremo.
Sappiamo che quando egli si sarà
manifestato, saremo simili a lui, perché lo
vedremo quale egli è 64.
Non come apparve al querceto di Mambre 65,
non come apparve a Mosè 66,
così da dovergli ancora dire: Mostrati a noi,
ma lo vedremo quale egli è. Per quale
titolo? Perché siamo figli di Dio. E questo
non per i nostri meriti, ma per grazia della
sua misericordia. Infatti pioggia generosa
fa' cadere, Dio, sopra la tua eredità. E si
è ammalata, non in quanto presume di
vedere con le sue forze ciò che non vede, ma
credendo in ciò che desidera vedere. Tu
però l'hai resa perfetta 67.
Eredità sua resa perfetta, figli suoi, lo
vedremo quale egli è 68.
Ma che cosa ha detto il Signore dei figli? Beati
i pacifici, perché saranno chiamati figli di
Dio 69.
Approfondimento
pacifico del mistero di Dio.
17.
Perciò se in questi problemi molto profondi e
difficili non tutto comprendiamo
perfettamente, continuiamo a ricercare
pacificamente. Non si insuperbisca uno per
un altro contro un terzo 70.
Se avete in cuore amara invidia e ci sono
discordie in mezzo a voi.... non è questa la
sapienza che viene dall'alto: ma è una
sapienza terrena, carnale, diabolica 71.
Siamo dunque figli di Dio: riconosciamo di
essere suoi figli; ma non lo riconosceremo se
non saremo pacifici. Infatti non avremo [il
mezzo] con cui poter vedere Dio se, litigando,
spegneremo in noi lo stesso occhio.
Cerchiamo
Dio nella pace.
18.
Osservate quanto dice [la Scrittura] e
[capirete] perché io parlo con timore e
tremore. Cercate la pace con tutti e la
santità, senza la quale nessuno potrà vedere
Dio 72.
Perché [con queste parole] ha spaventato
coloro che amano? Infatti ha spaventato solo
coloro che amano. Ha detto forse: Cercate
la pace con tutti e la santità, perché
chi non l'avrà sarà mandato nel fuoco, sarà
tormentato dal fuoco eterno, sarà consegnato a
spietati carnefici? Sono cose vere, e tuttavia
non ha detto questo. Vuole che tu sia amante
del bene, non tema il castigo, e ti ha messo
spavento proprio in ciò che desideravi. Vedrai
Dio. Per questo non calcoli [il precetto], per
questo litighi, per questo sommuovi le folle?
Cercate la pace con tutti e la santità,
senza la quale nessuno potrà vedere Dio. Quanto
sarebbero stupide due persone se, volendo
vedere il sorgere del sole, si mettessero a
discutere fra loro da quale parte sorgerà e
come si potrà vedere e, sorto fra di esse un
battibecco, cominciassero a litigare,
litigando si ferissero, ferendosi perdessero
l'uso dei loro occhi, così da non poter vedere
più il sorgere del sole? Perciò, per poter
vedere Dio, purifichiamo i nostri cuori con la
fede, risaniamoli con la carità, rafforziamoli
nella pace sapendo che il nostro stesso amore
scambievole proviene da colui che desideriamo
vedere
Dal Commento al
Vangelo di S. Giovanni
Dall’ Omelia 83
Dove
è l'amore, non possono mancare la fede e
la speranza.
3.
Ora siccome qui dice: Questo è il mio
comandamento, come se non ce ne fosse
altro, dovremmo pensare, o fratelli miei, che
di lui esiste solo questo comandamento
dell'amore, con cui dobbiamo amarci a vicenda?
Non esiste forse l'altro più grande, di amare
Dio? Ovvero Dio ci ha comandato soltanto
l'amore fraterno, sicché non dobbiamo
preoccuparci d'altro? E' certo che l'Apostolo
accomanda tre cose, quando dice: Ora
rimangono bensì la fede, la speranza, la
carità, queste tre cose; ma la più grande di
esse è la carità (1 Cor 13, 13). E
quantunque nella carità, cioè nell'amore,
siano racchiusi quei due precetti, tuttavia ci
dice che essa è la più grande, non la
sola. Quante raccomandazioni ci vengono fatte,
sia riguardo alla fede che riguardo alla
speranza! Chi può metterle insieme? Chi può
contarle? Ma badiamo a ciò che dice il
medesimo Apostolo: La pienezza della legge
è la carità (Rm 13, 10). Laddove dunque
è la carità, che cosa potrà mancare? E dove
non è, che cosa potrà giovare? Il diavolo
crede (cf. Gc 2, 19), ma non ama; e tuttavia
non si può amare se non si crede. Sia pure
invano, tuttavia anche chi non ama può
conservare la speranza del perdono, ma non può
perderla nessuno che ama. Dunque, laddove c'è
l'amore, c'è necessariamente la fede e c'è la
speranza; e dove c'è l'amore del prossimo, c'è
necessariamente anche l'amore di Dio. Chi
infatti non ama Dio, come potrà amare il
prossimo come se stesso, dal momento che non
ama neppure se stesso? Egli è un empio e un
uomo iniquo; e chi ama l'iniquità, non solo
non ama ma odia la sua anima (cf. Sal 10, 6).
Manteniamoci dunque fedeli a questo
comandamento del Signore, di amarci gli uni
gli altri, e osserveremo tutti gli altri suoi
comandamenti, perché tutti gli altri
comandamenti sono compresi in questo. Certo,
questo amore si distingue da quell'amore con
cui reciprocamente si amano gli uomini in
quanto uomini; ed è per distinguerlo da esso
che il Signore aggiunge: come io ho amato
voi. E perché ci ama Cristo, se non
perché possiamo regnare con lui? A questo fine
dunque noi dobbiamo amarci, in modo che il
nostro amore si distingua da quello degli
altri, che non si amano a questo fine perché
neppure si amano. Coloro che invece si amano
al fine di possedere Dio, si amano davvero:
per amarsi, quindi, amano Dio. Questo amore
non esiste in tutti gli uomini: sono pochi,
anzi, quelli che si amano affinché Dio sia
tutto in tutti (cf. 1 Cor 15, 28).
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